Il Messaggero, 3 Giugno 2013

GENOVA - X Factor capitolo 7: le parole d’ordine sono internazionalità e pd, psicodramma, coniata da Morgan. Il talent parte il 24 ottobre (in onda su Sky Uno HD) arruolando in giuria Mika, primo straniero nella storia del programma, che in meno di un mese ha imparato l’italiano e i classici della nostra musica (Morgan gli ha passato l’opera omnia di De André oltre ai suoi dischi). L’artista anglo-libanese dal falsetto d’oro è un tipo sveglio. Alle prime affollatissime audizioni tenutesi nel week-end a Genova è riuscito a dare giudizi articolati tipo: «Canti come mio fratello ubriaco in un bar giapponese alle due del mattino». E’ attento e tenero ma ai provinanti ha detto varie volte no: «Sembra che io sia il cattivo e non è vero. Voglio solo essere onesto e che questa sia un’avventura gioiosa». Ha invece subito detto sì a X Factor Italia, declinando altre proposte, convinto che qui tutto sia «più spontaneo e meno controllato. Si respira un’aria di libertà che altrove non è possibile trovare».
ELIO C’È
Dopo aver preso molte indecisioni, Elio è di nuovo della partita: «Alla fine ho accettato perché possiamo migliorare molto ispirandoci all’estero. Cantanti bravi in Italia ce ne sono, ma servono anche autori. Serve coltivarli, fare come ai tempi della Rca. Quest’anno tornerò sobrio, con un abbigliamento tanto antiquato quanto rivoluzionario. Mi spiace che si parli di Mika e poco del fatto che io sarò senza baffi».
Alessandro Cattelan è confermato conduttore. Simona Ventura, dai capelli rossi, è nella beatissima condizione di unica donna in giuria, in controtendenza con la prossima edizione americana dove il guru Simon Cowell è affiancato da tre donne. E’ lei a sottolineare la piacevole sorpresa dei gruppi: «Una categoria finora claudicante. I concorrenti sembrano aver finalmente capito cosa cerchiamo e sono arrivati più preparati». Ed ecco l’altra chicca, che rivela Morgan: «Quest’anno agli Home Visit suonerà la mia band e nelle categorie sono state aperte le porte ai cantautori che si accompagnano con la chitarra». Ribaltamento non da poco per ritrovare un po’ di spirito live. Gli Home Visit si terranno a Berlino e Dublino, a conferma di slancio internazionale, dopo le audizioni di Milano (17- 18-19 giugno con ospite il rapper Fedez) e il bootcamp. Alla fine saranno solo dodici a passare, scremati tra i 30mila pressati da sud a nord in file interminabili, all’ufficio di collocamento del pop.
MORGAN
Lo slogan di Morgan l’anno scorso era la Voce, centro nevralgico della comunicazione, stavolta invece applicherà il metodo Stanislavskij all’interpretazione: «Voglio che si canti con l’inconscio a fior di pelle. Saremo tutti esposti in modo profondo, nei nostri dolori e piaceri». Psicodramma, appunto. Ci tiene a ricordare che «coi suoi ragazzi quei metodi appassionati hanno sempre funzionato». Vero. E’ vulcanico, eternamente travolto dai guai eppure, di cinque edizioni cui ha partecipato, ne ha vinte quattro. Non basta. I suoi protetti (Mengoni, Chiara, Antonio Maggio, Noemi) sono i più longevi. Morgan ha finito il suo disco (che definisce «una nuova strada musicale che innanzitutto sorprende me») e ora cosa si augura per se stesso?: «Che si spengano le telecamere. La tv, diceva Jannacci, ha una forza di leone. E’ sempre lì con la bocca aperta e ho un po’ paura al momento. Dovrei trovare il modo di sganciarmi però, senza di me, pare che X Factor non si faccia. Vorrei essere sostituibile, vivere da normale». Poi cita uno dei suoi padri ispiratori: «Pasolini diceva che ogni volta che parli in tv commetti un atto spaventosamente antidemocratico, da inferiore a superiore, e io questo proprio non lo riesco ad accettare». Anche i suoi paradossi fanno audience.
ELIO C’È
Dopo aver preso molte indecisioni, Elio è di nuovo della partita: «Alla fine ho accettato perché possiamo migliorare molto ispirandoci all’estero. Cantanti bravi in Italia ce ne sono, ma servono anche autori. Serve coltivarli, fare come ai tempi della Rca. Quest’anno tornerò sobrio, con un abbigliamento tanto antiquato quanto rivoluzionario. Mi spiace che si parli di Mika e poco del fatto che io sarò senza baffi».
Alessandro Cattelan è confermato conduttore. Simona Ventura, dai capelli rossi, è nella beatissima condizione di unica donna in giuria, in controtendenza con la prossima edizione americana dove il guru Simon Cowell è affiancato da tre donne. E’ lei a sottolineare la piacevole sorpresa dei gruppi: «Una categoria finora claudicante. I concorrenti sembrano aver finalmente capito cosa cerchiamo e sono arrivati più preparati». Ed ecco l’altra chicca, che rivela Morgan: «Quest’anno agli Home Visit suonerà la mia band e nelle categorie sono state aperte le porte ai cantautori che si accompagnano con la chitarra». Ribaltamento non da poco per ritrovare un po’ di spirito live. Gli Home Visit si terranno a Berlino e Dublino, a conferma di slancio internazionale, dopo le audizioni di Milano (17- 18-19 giugno con ospite il rapper Fedez) e il bootcamp. Alla fine saranno solo dodici a passare, scremati tra i 30mila pressati da sud a nord in file interminabili, all’ufficio di collocamento del pop.
MORGAN
Lo slogan di Morgan l’anno scorso era la Voce, centro nevralgico della comunicazione, stavolta invece applicherà il metodo Stanislavskij all’interpretazione: «Voglio che si canti con l’inconscio a fior di pelle. Saremo tutti esposti in modo profondo, nei nostri dolori e piaceri». Psicodramma, appunto. Ci tiene a ricordare che «coi suoi ragazzi quei metodi appassionati hanno sempre funzionato». Vero. E’ vulcanico, eternamente travolto dai guai eppure, di cinque edizioni cui ha partecipato, ne ha vinte quattro. Non basta. I suoi protetti (Mengoni, Chiara, Antonio Maggio, Noemi) sono i più longevi. Morgan ha finito il suo disco (che definisce «una nuova strada musicale che innanzitutto sorprende me») e ora cosa si augura per se stesso?: «Che si spengano le telecamere. La tv, diceva Jannacci, ha una forza di leone. E’ sempre lì con la bocca aperta e ho un po’ paura al momento. Dovrei trovare il modo di sganciarmi però, senza di me, pare che X Factor non si faccia. Vorrei essere sostituibile, vivere da normale». Poi cita uno dei suoi padri ispiratori: «Pasolini diceva che ogni volta che parli in tv commetti un atto spaventosamente antidemocratico, da inferiore a superiore, e io questo proprio non lo riesco ad accettare». Anche i suoi paradossi fanno audience.
Simona Orlando
