Marco Castoldi nasce a Milano il 23 dicembre 1972 da Mario e Luciana. Il padre, artigiano, nel tempo libero si interessa di musica, fotografia, riprese video; anche la madre, insegnante, è appassionata di musica e ama suonare il pianoforte. A casa, a Muggiò, c’è già una sorellina di un anno più grande, Roberta, quella che lui da sempre definisce la “pecora bianca” della famiglia, quella che in futuro si dividerà con successo tra filosofia, violoncello (numerose le collaborazioni con il fratello), poesia, maternità.
Il piccolo Marco è dotato di grande sensibilità e intelligenza, è curioso e ben presto comincerà a giocare con gli strumenti musicali e ad ascoltare musica di vario genere, spinto dai genitori e soprattutto dalla madre a studiare pianoforte, ad approfondire il repertorio classico. A casa poi non mancano né dischi né libri e a tavola si parla molto, di tutto. Questi stimoli, insieme alla sua innata necessità di indagare su tutto, lo portano a crearsi una sua cultura, mossa soprattutto dalla passione, ma è per la musica che mostra particolare attitudine, è quello il suo canale espressivo privilegiato. Nel momento in cui il suo pensiero si concretizza anche nella poesia, nasce la sua avventura di cantautore. Poco più che bambino, convince i genitori a farsi regalare un sintetizzatore, con il nome Markooper compone le prime canzoni e arrangia alcuni brani, continua a studiare il pianoforte e si avvicina al basso, che – essendo mancino – impara a suonare senza invertire le corde, peculiarità che non abbandonerà mai.
Senza nemmeno accorgersene, passa dall’infanzia all’adolescenza, dai cartoni animati ai primi videoclip trasmessi da VideoMusic; è il 1983, sono i tempi dei Duran Duran, degli Yes, di Cindy Lauper, ascoltandoli e vedendoli in tv Marco è sempre più sicuro che la musica sarà la sua strada. Ringrazierà più volte la famiglia per non aver mai ostacolato ma anzi aver sempre assecondato la sua necessità di espressione artistica.
Nel 1986, Morgan (questo sarà il suo nome d'arte) incontra Andrea “Andy” Fumagalli, col quale dà vita prima ai Lizard Mixture poi a una band dal nome equivoco, gli Smocking Cocks, maldestra traduzione in inglese del cognome di Andrea, nella quale viene coinvolto anche l’amico Fabiano “Fabian” Villa. I ragazzi sono interessanti e vengono presto notati dai discografici che propongono loro di incidere un album: nascono così i Golden Age, lanciati dal singolo Secret Love e dall’album Chains. Purtroppo il gruppo non ha molto successo e finisce per sciogliersi. Morgan e Andy, legati da una profonda amicizia, non si fermano e danno il via a un nuovo progetto insieme a Marco Pancaldi (chitarra) e Stefano Panceri (batteria): i Bluvertigo.
Ben presto Stefano verrà sostituito da Sergio Carnevale, conosciuto alla discoteca Incantesimo di Monza durante un concorso. Sergio non lascerà mai il gruppo e anzi continuerà a seguire Morgan anche nei suoi progetti e tour solisti.
Arriva nel 1994 il primo singolo, Iodio, che porta i quattro a Sanremo Giovani e che fa da traino al primo album, Acidi e basi, uscito un anno dopo. E’ la prima fase della cosiddetta “trilogia chimica”, della quale faranno parte Metallo non metallo (1997) e Zero (1999), nei quali Pancaldi viene sostituito da un altrettanto talentuoso chitarrista, Livio Magnini, già fonico del gruppo durante il tour dell’album di esordio.La band mostra da subito di avere le idee chiare: uniti da comuni gusti musicali e dallo stesso modo di concepire la creazione artistica, cercano stimoli da più settori e pongono immediatamente la propria attenzione sull’importanza dell’immagine, del videoclip – visto come parte integrante di un progetto musicale – senza mai per questo trascurare i contenuti, caratterizzati da una spiccata multidisciplinarietà: i temi trattati da Morgan, autore dei testi, spaziano infatti da quelli più classici, come l’amore, la fine di una storia, a quelli sociali quali il rapporto con la scuola e le istituzioni, sfociando in riflessioni sulla società e il mondo giovanile milanese di allora, spingendosi fino all’indagine introspettiva, psicologica e filosofica. Ci troviamo di fronte a testi spesso profondi, criptici, che suscitano in chi li ascolta con attenzione curiosità, pensieri, dubbi, voglia di approfondire. Sul piano musicale, questa attenzione ai contenuti si traduce in continua ricerca e sperimentazione: i Bluvertigo prendono spesso spunto dai loro ispiratori, dai loro miti e talvolta li omaggiano senza tuttavia veder intaccato il proprio stile; il loro lavoro consiste nel rielaborare ciò che è stato fatto negli ambiti più disparati, attualizzarlo, farlo proprio per poterlo restituire rinnovato, per poter offrire un prodotto che già dagli esordi risulta maturo e nel quale estro, ricerca, passione e professionalità sono molto ben dosati. A questo si aggiunge lo studio delle nuove tecnologie che permettono di ottenere risultati sorprendenti, soprattutto live – val la pena ricordare che i Bluvertigo sono stati tra i primi a lavorare con il palco muto. Così, passando da un brano sognante e struggente a uno elettronico, frizzante, dai toni di sfida, ancora oggi l’ascoltatore si trova di fronte a una musica fresca, attuale, che non teme il passare del tempo, perché i Bluvertigo, se dovessimo riassumerli in una sola frase, si possono definire come una band raffinata e tecnologica ma genuina, che non ha mai perso il gusto di suonare, una band che affonda profonde radici nel passato ma è decisamente proiettata nel futuro.
Il lavoro della band riceve riconoscimenti importanti che sottolineano il valore del progetto Bluvertigo, primi tra tutti il “Premio Speciale per la comunicazione ai giovani” al Prix Leonardo del 1997 come gruppo europeo artisticamente più creativo nell’interpretare i grandi interrogativi della società e della scienza e l’MTV Music Award, prestigioso premio che l’emittente televisiva consegna alla band nel 1998 consacrandola Best Southern Europe Act.
Terminata la “trilogia chimica”, i Bluvertigo partecipano al Festival di Sanremo del 2000 con il brano L’assenzio, che verrà poi incluso nella raccolta Pop Tools (2001). Anche in occasione della kermesse rivierasca la band non si smentisce e porta un brano forte, che li fa balzare orgogliosamente in fondo alla classifica. I quattro suonano insieme ancora in qualche occasione – degna di nota l’apertura della data romana di uno dei loro maestri, David Bowie, nel 2005 – ma il gruppo viene congelato; il progetto, che in effetti nell’arco di tre album è stato portato a termine con gran successo e soddisfazione, viene sospeso.
Per Marco inizia una nuova avventura, quella solista. La voglia di continuare a sperimentare non si è ancora esaurita, questa volta però prende strade diverse: abbandonati la new wave e il new romantic, abbandonata l’elettronica, Morgan si concentra sul cantautorato italiano del passato, dal quale riparte con un album squisitamente retrò, un piccolo capolavoro che gli varrà la Targa Tenco come migliore opera prima: si tratta di Canzoni dell’appartamento (2003), realizzato nell’appartamento milanese nel quale si è trasferito con la compagna Asia Argento, conosciuta già ai tempi dei Bluvertigo, e la piccola Anna Lou, nata dalla loro relazione nel 2001.
Il 2004 lo vede compositore di colonne sonore: per il film Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, diretto da Asia, lavoro poco celebrato ma del quale si è sempre detto molto soddisfatto, e per Il siero della vanità, pellicola del regista Alex Infascelli nella quale compare anche in un piccolo cammeo.
Altra sfida che vede Marco lavorare in solitaria è quella lanciatagli da Dori Ghezzi: ricostruire un intero album di Fabrizio De André, lo splendido Non al denaro, non all’amore né al cielo del 1971, ispirato dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Si tratta di una vera e propria ricostruzione perché molti spartiti sono andati persi e bisogna ridar vita alle canzoni andando ad orecchio, rimontando meticolosamente ogni singola partitura. Il risultato – uscito nel 2005 – sarà sorprendente, una vera e propria opera di restauro che darà nuova visibilità ad un gioiello della musica italiana. Lo stesso Morgan ha spesso definito questo lavoro come il suo prodotto meglio riuscito…
Per un nuovo album di inediti bisogna aspettare il 2007, anno d’uscita di Da A ad A. Il Morgan di questi pezzi è senz’altro più maturo, ha perso parte della freschezza che lo caratterizzava nelle Canzoni; i brani sono densi, carichi di emozioni forti, di vita vissuta, di riflessioni su di sé; in essi è predominante l’eco della fine della tormentata storia con la Argento.
Ma la musica, così, fatta di album e concerti, al vulcanico Morgan non è mai bastata, gli è sempre stato necessario fare altre esperienze. Sin dai tempi dei Bluvertigo sono numerose le collaborazioni con altri artisti (Franco Battiato, Alice, Subsonica, Edoardo Bennato, Antonella Ruggiero solo per citarne alcuni), le apparizioni cinematografiche, televisive (Tokusho e MTV Select su MTV nel 1998, Sushi sempre su MTV nel 1999, Il Tornasole su Rai 2 nel 2006), la produzione musicale (La Sintesi, Soerba, Mao), la pubblicazione di libri (Dissoluzione – 1999, raccolta di non-poesie, alcune delle quali sono diventate testi di canzoni; In pArte Morgan – 2009, chiacchierata su arte, musica, televisione tra Marco, Morgan e Mauro Garofalo, giornalista e compilatore del volume), la composizione di colonne sonore come già accennato, i dj-set, la partecipazione al dibattito culturale e a numerosi eventi e festival quali il rinomato Premio Tenco e il Festival Gaber.
Questo lungo percorso lo porta, a partire dal 2008, alla prima serata di Rai Due con la partecipazione in veste di giudice al talent show X Factor. Per lui è un’occasione imperdibile. Può mettere a disposizione dei suoi talent e dell’Italia intera il suo bagaglio musicale, costruito in anni di lavoro e ricerca. Suo “interlocutore” non è più lo sparuto pubblico di un teatro ma il vasto pubblico a casa. Le edizioni alle quali parteciperà sono tre, tre come il numero delle vittorie, ottenute prima con il gruppo Aram Quartet, poi con Matteo Becucci e infine con Marco Mengoni.
Con la permanenza in televisione arrivano un successo e una visibilità inaspettati, Morgan non è più il cantautore di nicchia, è riconosciuto ovunque, amato, odiato, discusso, un'autentica rivelazione. E’ ospite in varie trasmissioni, in vari eventi, il suo è un vero e proprio giro sulla giostra che tuttavia non gli impedisce di pensare ancora alla musica, quella fatta, quella per gli artigiani come lui. Nel 2008, dopo sette anni di congelamento, avviene la tanto attesa reunion con i Bluvertigo, che si incontrano sul palco di Storytellers, trasmissione di Mtv; la serata viene cristallizzata in uno splendido cofanetto con cd e dvd ed è seguita da un tour in tutta Italia. Nel 2009 esce invece Italian Songbook Vol. 1, album di cover che raccoglie pezzi di alcuni dei nostri più valenti cantautori (Paoli, Bindi, Ciampi, Endrigo, Modugno) che hanno avuto successo anche all’estero e sono stati tradotti in inglese. Scopo dell’operazione è divulgare un certo tipo di musica, spesso dimenticata ma di alto spessore, a sottolineare il calo qualitativo di questi ultimi anni nel panorama della musica italiana, sempre più incapace di imporsi sulla scena internazionale, l’appiattimento dilagante in parte dovuto alle scelte delle case discografiche, sempre più schiave del prodotto commerciale a discapito di qualità e originalità. Italian Songbook Vol. 1 sarà seguito nel 2012 dal volume 2, nel quale vengono raccolte altre cover sia in italiano che in inglese (Gaber, Tenco, ancora Endrigo e Modugno, Simone, Donaggio, Rodolfo) affiancate da un paio di inediti e da un'interessante collaborazione, per il pezzo Si può morire di Svampa, con i Cluster, gruppo vocale genovese scoperto a X Factor.
Purtroppo la reunion con i Bluvertigo si conclude con il Re-tour e attualmente sembra che non ci siano più speranze per i fan di ascoltare nuovi inediti del gruppo. Il Morgan solista continua invece a lavorare, pur dovendo fare i conti con un 2010 non facile per Marco, protagonista di un clamoroso caso mediatico, in seguito a un’intervista rilasciata al mensile Max nella quale affronta il delicato tema dell'uso della cocaina come antidepressivo, che lo vede escluso dal Festival di Sanremo e dalla quarta edizione di X Factor, costretto successivamente a sottoporsi a un intervento alle corde vocali e infine chiamato in tribunale per la delicata causa per l’affidamento della piccola Anna Lou.
Ma Marco non si arrende, ha in cantiere diversi progetti discografici, tra i quali il secondo e terzo volume di Italian Songbook, un disco di inediti già pronto da anni ma mai uscito e un nuovo album, decisamente diverso dai precedenti e innovativo dal punto di vista della sua realizzazione e della fruizione del pubblico, per il quale – pare – sta elaborando una app per iPad. Regala inoltre al suo pubblico una meravigliosa serie di concerti estivi con l’Ensemble Symphony Orchestra di Massa Carrara che evidenzia le doti compositive dei suoi pezzi. Dopo il successo di una variegata tournée invernale, diversi sono gli appuntamenti che lo rendono protagonista dell’estate del 2011, tra questi il XVII Festival Internazionale di Poesia svoltosi a Genova, la Milanesiana, il Traffic Festival di Torino, il LazioWave e il Summerlab Festival di Staranzano.
Di grande successo e soddisfazione la collaborazione, in veste di assistente all’adattamento in italiano e doppiatore della voce narrante, con la GA&A per la pellicola di Tom DiCillo When you’re strange, docu-film del 2009 sul gruppo The Doors.
Sul fronte televisivo, la fine del 2010 lo vede impegnato nei tre appuntamenti di Invece No, programma trasmesso da Deejay Tv nel quale Morgan e i suoi ospiti (Cesare Cremonini, Edoardo Bennato, Ministri, oltre alla “resident band” composta da Gaetano Cappa, LeLe Battista e Daniele “Megahertz” Dupuis) offrono interessanti esibizioni live e brevi discussioni musicali; il 2011 è invece l’anno del ritorno a X Factor, passato dalla Rai a Sky, nel quale Castoldi indossa ancora la veste di giudice per la categoria degli Under 24 uomini, lavorando con il vocal coach Diego Calvetti, nella quinta edizione, e, per la categoria degli Over, avvalendosi della collaborazione di Gaetano Cappa, nella sesta edizione in partenza questa settimana.
Il prossimo 5 ottobre debutterà inoltre come regista dell'opera Il Matrimonio Segreto di Cimarosa presso il Teatro Coccia di Novara: nella rappresentazione cercherà di interpretare e restituire lo spirito dell'opera buffa e adotterà una tecnica “cinematografica” da lui inventata appositamente per inquadrare di volta in volta la parte di scena sulla quale lo spettatore deve focalizzare l'attenzione.
L'attività live nel 2012 è incentrata principalmente in serate di live e dj-set, nelle quali Morgan alterna le figure del deejay e del cantante, lasciando spazio all'improvvisazione e all'interazione con il pubblico. Non sono tuttavia mancati i concerti, in primavera con la band MemorandOm, composta da LeLe Battista, Gaetano Cappa, Daniele “Megahertz” Dupuis, Marco Carusino e Giovanni Ferrario, in estate con i Lombroso e Gaetano Cappa.