Freequency, 6 Luglio 2007
DaAadA è il nuovo album di Morgan, a quattro anni dal suo esordio solista e a due dalla personale rilettura di Non al denaro, non all'amore né al cielo di Fabrizio De Andrè. Un disco la cui lunga gestazione ha coinciso con un periodo difficile dal punto di vista affettivo per Morgan, che in questi anni ha invertito il giorno con la notte in balia dei propri sentimenti. Il risultato è un cd complesso, notturno, in cui si parla di amore, di divorzio (quello con Asia Argento), di figli e di molte altre forti emozioni, tutto nel consueto stile del cantautore, elaborato, un po’ snob e molto classico. Ecco come ce lo racconta Morgan.
Quant’è autobiografico questo album?
Tutto quello che scrivo lo è. Durante la composizione ho vissuto determinate vicissitudini che sono state riportate fedelmente, anche con un certo gusto del particolare e della cronaca domestica. Anche quella “A” riguarda sia Asia che Anna, mia figlia.
Quanto è stata difficile la lavorazione?
Molto. A un certo punto la situazione è sfuggita di mano, con perdita di controllo su tempi, luoghi e costi. Durante la preparazione dell’album io volevo andare da A a B, ma alla fine mi trovavo sempre ad A. Volevo fare un album di un certo tipo, ma non ci sono riuscito, così come non riuscivo a impormi di lavorare di giorno. Ogni volta dicevo: oggi lavoro dalle 12 alle 23 e regolarmente mi trovavo a lavorare da mezzanotte a mezzogiorno. Ovviamente il risultato finale ha risentito di questo lavoro notturno, anche se sono molto soddisfatto del sound ottenuto.
C’è anche un forte accenno alla musica classica.
Assolutamente sì, dal punto di vista armonico è la madre di tutto il disco. Il brano Amore assurdo è l’elaborazione di un preludio del secondo libro del Clavicembalo ben temperato di Bach. Da otto misure di quel brano ho tirato fuori un pezzo pop usando un software che i dj utilizzano per la techno. Questa musica non solo ricorda la classica o ne ha il sapore, è partorita dalla classica, ha la stessa struttura ossea e armonica. Altro esempio: per Liebestod, il brano che canto con Asia, ho preso il primo accordo del Tristano e Isotta di Wagner e l’ho elaborato. Quello è un accordo abusato ma fondamentale, perché da lì parte la musica moderna. Sviluppandolo ho composto quel pezzo.
Com’è possibile questa sorta di “Di.Co.” tra classica e pop?
È sempre così: io amo mischiare e rompere la barriera tra cultura alta e bassa. Le cose completamene accademiche e lente, troppo intellettuali, mi annoiano, come d’altronde la superficialità di una cultura usa e getta. Mi piace quando si trova un equilibrio, come sono riusciti a fare David Bowie e Peter Gabriel coniugando la musica commerciale con quella colta. Anche Modugno è rappresentativo in questo senso, mentre Ramazzotti non mi piace, pur rispettandolo, perché non trovo nei suoi testi niente d’interessante.
Il lavoro di composizione è stato molto lungo?
La composizione ha avuto peso in termini di tempo, ma niente rispetto al successivo lavoro di editing. Abbiamo realizzato numerose registrazioni, fatte in diverse sessioni con i vari musicisti, poi mi sono portato gli hard disk a casa, dove ho elaborato il tutto con l’uso del computer. Il che significa che ho preso pezzi delle diverse sessioni, ho allungato, modificato i tempi ed elaborato il materiale montando la versione definitiva del brano. L’editing è stato un ulteriore momento creativo nella costruzione dell’album; il più importante e significativo perché di fatto sono nati brani nuovi.
Le tue citazioni musicali e letterarie sono legate al classico, anche in senso rock. Nel moderno non c’è qualcosa che ti affascina?
I maestri sono sempre dei classici, sono eterni, senza tempo e luogo.
Come mai questa voglia di citare sempre qualcuno e qualcosa?
Perché niente si crea, tutto si evolve, ogni cosa è frutto di esperienze precedenti. Non puoi prescindere da qualcosa che c’è già stato. Citare non significa copiare, ma aggiungere del proprio su qualcosa che è già stato fatto, dandogli un valore creativo nuovo. Io mi sento un po’ un puzzle, un prodotto culturale di tutto ciò che è passato attraverso me, filtrato dalla mia personalità. Non ho la presunzione di affermare che sono completamente originale, perché non è possibile esserlo. Anche i Beatles, che hanno fatto dell’originalità la loro forza, non lo erano. Cosa sarebbero stati senza gli Everly Brothers, Chuck Berry o Little Richard?
Tutto il materiale scartato dal disco che fine ha fatto, o farà?
In realtà il disco nasce come un doppio, legato a un progetto innovativo di marketing, che però non è piaciuto ai discografici. Avevo proposto questo album alla mia vecchia casa discografica che lo ha rifiutato, sono andato da un’altra che ha accettato, ma che nel frattempo è stata assorbita dalla prima. Quindi sono tornato al punto di partenza: DaAadA appunto! Solo undici ventesimi delle canzoni sono andate sul disco. Due in più saranno disponibili nella versione scaricabile da iTunes, mentre delle altre non so ancora cosa farne. Mi piacerebbe usarle magari con i Bluvertigo. Il fatto è che forse invecchieranno troppo presto, anche se un disco è sempre la punta di un iceberg, sotto c’è una grande stratificazione archeologica di canzoni.
Quindi hai in mente di tornare a lavorare con i Bluvertigo?
Francamente mi piacerebbe! C’è un problema però: dovrebbe rientrare nel gruppo anche Andy. Quando gli ho detto che avrei fatto un altro disco solista ha pensato che i Bluvertigo fossero definitivamente sciolti, così ha iniziato a fare il suo disco solista abbandonando ufficialmente la band.
Hai mai pensato di realizzare un disco di musica classica?
Mi piacerebbe molto, ma i budget non me lo permettono. Resta un sogno nel cassetto; non è da escludere che impegnando anche i mobili di casa si possa fare.
Nel disco c’è un fonico d’eccezione: Franco Battiato che ha mixato un brano.
È un episodio che ti fa capire anche la mia lentezza nella lavorazione. Ero andato a casa sua a fargli sentire dei miei provini, quando lui non aveva ancora cominciato a lavorare al suo album. Poi è uscito, mentre io ero ancora nella fase di editing del mio materiale. Franco ricordava che in Amore assurdo il basso secondo lui era troppo presente. Mi ha chiesto se glielo facevo mixare, cosa assolutamente inedita. Così ha tolto un po’ di basso e devo dire che il risultato mi piace lo stesso. Anche se credo che pubblicherò anche la mia versione, con più basso.
I 3 album preferiti di Morgan negli ultimi 3 anni
SCOTT WALKER
The Drift
È il disco più creativo e libero da ogni riferimento contemporaneo e passato. È musica della fantasia, dell’inconscio, della libertà, l’album che in assoluto non si può capire subito. Le cose che non capisco subito sono quelle che mi affascinano di più, le altre le abbandono immediatamente. Mi accompagna da un anno, da quando è uscito, senza mai abbandonarmi.
PAUL MCCARTNEY
Chaos And Creation In The Backyard
Un disco semplicemente strepitoso. Il Paul McCartney che amo di più è proprio questo. Non so se riuscirà a fare qualcosa di meglio di questo album. Non so dirti esattamente perché mi piace, ma mi fa stare bene. Anche questo disco mi fa costantemente compagnia dalla fine del 2005.
RAVEL
Concerto in Sol Maggiore per pianoforte e orchestra
Perché è bellissimo, non c’è altro da aggiungere. Non mi provoca solo delle “good vibrations”, arriva addirittura a farmi piangere, senza scherzi. Nei miei ultimi tre anni è stato senza alcun dubbio la mia colonna sonora più presente.
Luca Trambusti
Fonte
