Il Resto del Carlino, 7 Maggio 2003
MILANO — Morgan gira con una cappelliera piena di musica e parole, libri e cd, l'arredamento mentale di un artista civile (non pop), che licenzia un album solista come l'antologia-diario di questi ultimi due anni della sua vita. "Canzoni dell'appartamento", sono «undici pezzi retrò, fuori moda nel mondo contemporaneo, che usano un linguaggio più tradizionale, senza la pretesa di destrutturare e concettualizzare tutto. E la voglia di avvicinarmi — confessa l'autore — ad un mondo emotivo che non avevo mai affrontato. Una regressione che avviene, naturalmente, con l'esperienza dell'infanzia rivissuta attraverso i figli. Quello che mi è accaduto con Anna Lou». Morgan suona pianoforte, basso chitarre e altro con una band e una grande orchestra di archi, ottoni, legni e questo è un progetto di «musica organica in cui è l'ambiente a influenzare la prospettiva sonora. E non viceversa». Con la cover imperfetta di "Non arrossire" di Giorgio Gaber e la traduzione di "If" dei Pink Floyd. Un viaggio a ritroso nel tempo, accompagnato da canzoni «perchè le tematiche del rock sono quelle irrisolte o rimosse dell'adolescenza e la forma è una gabbia vincolante. Qui ho messo le mie anime, i dischi che ascoltavo di mio padre: vinili e cassette di Elvis, Beatles, Stones, Pink Floyd e De Andrè, qualcosa di Ravel, niente Bob Dylan, molto Little Richards e Platters, 45 e 78 giri...». Affascinato dalle contaminazioni fra classica-contemporanea-rock, Marco Castoldi, 30 anni, monzese, lavora per la prima volta «con i materiali trovati sul posto, come l'architettura di Lloyd Wright». La metafora preferita. «Perchè anche le tende e i soprammobili dell'appartamento (a Città Studi) hanno contribuito a questo lavoro, registrato con session al pianoforte e le finestre aperte. In modo che i rumori della città scorressero sotto, dal traffico allo sferraglire del tram. Riascoltando le tracce ho scoperto che gli uccelli cinguettano a Milano...». Nella musica entrano anche altri rumori domestici e quotidiani, come la televisione. O la voce di Paul McCartney che racconta un viaggio in acido in "Heaven in My Cocktail". Nella casa aleggia la presenza/assenza di Asia Argento, l'ex compagna a cui è dedicato "Aria", e della figlia Anna Lou, due anni, a cui canta "The Baby". Ci hanno vissuto per pochi mesi, adesso stanno in America. E' un argomento doloroso che affronta cominciando dalla figlia: «Con lei ho scoperto che i bambini hanno bisogno di ripetizioni, come i loop, perchè le forme moderne, dal minimalismo in poi, sono inpotiche e terapeutiche. Anche per un bambino grande come me». Continua: «Nell'appartamento per 3, 4 mesi c'era una famiglia. Un po' fantasma. Più spesso immaginata che vissuta. Quello che mi fa male è che ogni tanto leggo di loro e di me aprendo un giornale. Cose che a volte non mi piacciono e mi fanno pensare che la musica è fedele, non ti tradisce. Ti risponde di più, ti parla di più». L'album è stato «scritto per strada, in treno. "Italian Violence", in aereo, andando in America a trovare la famiglia. Tutto sul computer e poi trascritto su carta, per un'orchestra di 36 elementi, registrata al Teatro Giordano di Foggia. "Altrove" è nata al basso, mentre facevo il verso a "Stand By Me"». Doveva essere un disco di cover, «ma dopo che Battiato è uscito con "Fleurs", ho cambiato idea e ho scritto canzoni che hanno l'apparenza vecchia, potrebbero essere tranquillamente degli anni '60». Ma hanno la rarefazione consapevole della colonna sonora elegante, dell'impronta emotiva, del segno essenziale di un'epoca. Contemporaneo e pop, alla Battiato, mai minimalista. Morgan fa una postilla autobiografica su "Non arrossire". «Volevo sostituirla con "Arrivederci" di Umberto Bindi, ne ho solo mandato una versione ad Asia. Più melensa di quella di Don Marino Barreto jr.».
Marco Mangiarotti
Fonte: http://www.ilvademecum.it/2003/html_89/Foggia_Italia.htm
