404 Not Found


nginx

Feast of Friends (Pesaro 9.12.2012): Morgan & Lombroso, The Doors, e una chiacchierata con Antonio Caracciolo (Indian Sunset)

 

L’8 e 9 dicembre si è tenuto a Pesaro il “Feast of Friends Party” raduno nazionale del sito www.thedoors.it per celebrare la nascita di Jim Morrison.

La manifestazione si è conclusa con la proiezione di “When You’re Strange” (docufilm su The Doors di cui Morgan è la voce italiana – qui informazioni e articoli correlati) e il concerto di Morgan & Lombroso, preceduti dal live della Tribute band Indian Sunset che ha poi messo gentilmente a disposizione di Morgan la sua strumentazione vintage originale dei The Doors.

I nostri inviati erano presenti per documentare con VIDEO e FOTO; inoltre Michela Bonvicini ci ha inviato il suo resoconto, arricchito da alcuni approfondimenti e da un’interessante discussione/intervista col batterista degli Indian Sunset, Antonio Caracciolo.

 

Raggiungere questo evento è stata un’impresa: viaggio in treno lunghissimo, quasi cinque ore, il mare agitato tutta notte, vento a 45 km/h e 2 gradi sotto zero. Pesaro è una bella cittadina ma,
indian sunset date le condizioni, non ho potuto godermi le passeggiate sul lungomare, però mi hanno gratificato molto la sua cucina e l’ospitalità dei residenti, che ho condiviso con i miei colleghi video e foto reporter Viviana Sorbi e Giuseppe Placidi.

Pare che l’evento sia stato organizzato in completa autonomia, senza alcun aiuto dal comune; infatti nel primo sopralluogo ho trovato un tendone senza insegne.  Siamo rimasti in zona per un pranzo tardivo alle due, poi una gita veloce al centro storico e via a riposarci, per essere pronti per l’avvenimento delle 18.30.

Secondo il programma, Morgan avrebbe dovuto presenziare e commentare il film “When you’re strange”, a cui ha prestato la voce, e in seguito esibirsi in concerto con i Lombroso, mentre nel tendone si potevano ammirare una mostra fotografica e alcuni cimeli.

“Stranamente” non è arrivato in tempo, quindi il palco è stato egregiamente ricoperto dalla tribute band Indian Sunset:  Antonio Caracciolo (batteria), Andrea Crusco (chitarra), Alessio Bannò (organo e basso), Vincenzo Oliva (voce ), molto gradita dal pubblico presente, che numeroso riempiva già lo spazio. Anche il cantante degli Indian non stava molto bene, perciò il sound-check è iniziato solo alle cinque, al rientro da un giro in farmacia, per un eroico Jimmi – Vincenzo Oliva che ha cantato inizialmente con il giaccone addosso ma poi si  è ripreso egregiamente. morgan pesaro

Alle otto sono arrivati i Lombroso che hanno iniziato a sistemare i loro strumenti per poi lasciarli lì per un’altra ora a palco vuoto. Alle nove Daniele Ridolfi, l’organizzatore, è salito sul palco per annunciare che l’ospite era in ritardo e quindi avrebbero trasmesso il film: la gente è  rimasta un po’ delusa e ha iniziato a rumoreggiare. Il film è proseguito indisturbato fino alla fine, poi, alle 23, gli Indian Sunset sono tornati a suonare per un’altra ora.

E a mezzanotte, il “Cenerentolo” è arrivato! Improvvisamente ci siamo resi conto che X Factor è appena finito… le ragazzine scavalcavano le sedie per arrivare sotto il palco prorompendo, al suo arrivo, in urla disperate, che, come avrete visto, disturberanno tutti i filmati di Viviana (VIDEO).

Morgan ha utilizzato la strumentazione originale dei Doors messa a disposizione dagli Indian Sunset, quindi organo e Rhodes piano bass anzichè basso elettrico; in scaletta (The Doors) Roadhouse bluesLight My FireThe Crystal Ship per poi fare una pausa celebrativa per il compleanno di John Lennon e di suo padre, Mario Castoldi, che qualche giorno prima avrebbe compiuto 70 anni, cantando Jealous Guy e Tomorrow Never Knows – e infine tornare ai Doors con Back Door Man.

Uno dei migliori shot (iPhone usato con la sinistra mentre con l’altra mano reggevo la macchina per filmare) è stato il saluto finale, dove Marco accenna a sedersi sull’organo. morgan seduto organo pesaroPoiché aveva dato molto durante il concerto, il mio giudizio nella didascalia (della foto pubblicata su Facebook – ndr) era che fosse stato veramente “grande!”. Invece mi sono ritrovata tra i commenti la polemica di Antonio Caracciolo che gli contestava una mancanza di rispetto per lo strumento, per la smania di fare spettacolo. Lanciandomi in accorata difesa della sua conoscenza degli strumenti e mancanza di esibizionismo, ho creato l’occasione per un chiarimento reciproco che ci ha condotto fino all’intervista, che ora vi riporterò.

 

 

INTERVISTA A ANTONIO CARACCIOLO (batterista degli Indian Sunset)

Ma chi è Antonio e perché si è tanto accalorato? Rileggete la formazione degli Indian Sunset: Caracciolo è il batterista, che parlando dello strumento ci ha detto di averlo comprato insieme a un collezionista di Catanzaro da un locale di Los Angeles: era l’originale di 50 anni fa, usato personalmente da Ray Manzarek! (vedi approfondimento a fine articolo)

Un cimelio di cui ha imparato ad eseguire da solo la manutenzione, mantenendone così la massima efficienza pur con tutti i componenti originali! Quando ho chiesto perché non l’avessero annunciato al raduno mi ha risposto che era per proteggerlo dal pubblico, che di solito appena lo sa, vi si avventa sopra per toccarlo. L’antefatto è stato che, arrivando in macchina, Morgan aveva consultato il sito degli Indian Sunset scoprendo che “la band utilizza gli stessi strumenti che i Doors suonavano dal vivo: organo Gibson G101, Fender Rhodes Piano Bass, chitarra Gibson SG con P90, microfono EV 676” e che sarebbe stato orgoglioso di poterli usare. Ed ecco altri antonio caracciolodettagli svelati da Antonio in risposta alle mie domande:

A parte la paura per lo sventato pericolo, come ti sembra che abbia suonato Morgan? Molto bene in realtà, sia il Gibson che il Rhodes piano bass, perché c’erano alcuni tasti nei bassi che per l’età hanno perso un po’ della loro elasticità e richiedevano maggiore forza, e lui sembrava saperlo, perché li ha gestiti senza difficoltà. E’ stato molto bravo a cambiare i registri (cioè il tipo di voce) e usare le funzioni di vibrato, basso e sustain e pure l’effetto staccato, che solo pochi conoscono. Sembrava conoscere bene i momenti delle pause e il ritmo originale dei pezzi.

Che ne pensi del film “When You’re strange”? E’ molto bello per come traccia la storia di Jimmi. E’ andato peggiorando con l’età, ha iniziato a bere… Però in fondo voleva soltanto che la gente ascoltasse la sua musica e non che venisse a guardare lo spettacolo Morrison.
Locandina When you're strangeQuando la musica ti prende, e succede molto di più quando la suoni che quando l’ascolti (per me almeno è così), allora ti lasci andare e non controlli i movimenti, dici delle cose… Lui era così. Era uno che faceva gruppo: tra un concerto e un viaggio, era uno molto scherzoso, simpatico, che piaceva a tutti. Io sono convinto che a Miami, il famoso concerto dell’arresto, non sia successo quello che dicono, e nemmeno che volesse lanciare messaggi rivoluzionari, ma solo di pace e libertà (qui coincide con il pensiero di Morgan, espresso al tempo della presentazione del film. Vedi “Arriva in Italia When you’re strange: Morgan racconta Jim Morrison e i Doors, di Repubblica Spettacoli e Cultura, 20 giugno 2011). Io non sono tra quelli che pensano che le droghe aiutino l’ispirazione, e in merito non penso nemmeno che avesse cominciato ad usarle per cercare la percezione ma proprio perché le usavano tutti all’epoca e lui imparò a conviverci.

Tu quando hai iniziato a suonare e cosa suoni oggi? A 9 anni vidi al festival di Sanremo un musicista con chitarra e armonica: decisi subito di imparare la chitarra. Quel cantante era Bruce Springsteen. A 10 anni ho suonato la fisarmonica, a 15 la chitarra, a 16 la batteria. Sono per lo più autodidatta e mi piace provare tutti gli strumenti, mi manca solo il pianoforte: per ora ricavo gli accordi a orecchio, perché ho dimenticato come si legge uno spartito. Saper suonare diversi strumenti è molto utile, per il gruppo, perché a volte ce li scambiamo e registriamo un pezzo ciascuno. Io suono la batteria molto forte ad esempio, mentre con la chitarra faccio gli arpeggi stile flamenco. Ogni volta che sento una musica nuova voglio riprodurla allo stesso modo, con gli stessi strumenti.

Chi sono gli Indian Sunset? Un gruppo nato due anni fa, nel 2010: io e Vincenzo, il cantante, ci conosciamo da quando avevamo 14 anni e cantavamo in una tribute band dei Nirvana, che poi abbiamo lasciato quando abbiamo scoperto i Doors; il nostro ex-tastierista ci presentò Andrea, il chitarrista, che proprio quest’anno ci presentò Alessio, il tastierista. Per noi tutti è un dopo lavoro e quindi non possiamo fare più di 3-4 concerti al mese, anche se ne faremo di più a dicembre, per via delle feste.

Che differenza passa tra una cover band e una tribute band? Tribute band vuol dire cercare di riprodurre fedelmente le emozioni della band originale, con passione e sacrificio, rispettando il ritmo, le pause e anche gli stacchi di batteria. Hanno detto che anche all’estero ci considerano una delle migliori band, anche se ancora non abbiamo suonato mai: forse l’anno prossimo riusciremo ad andare in Germania.

 

Raymond Daniel Manzarek, (Chicago, 12 febbraio 1939) è stato il tastierista e (dopo la morte di Jim Morrison) cantante del famoso gruppo statunitense The Doors, dal 1965 al 1973. In realtà nelle esecuzioni dal vivo (e nel primo album), grazie alla sua buona tecnica, fu anche il “bassista” dei Doors, suonando un Rhodes Piano Bass appoggiato sul top piatto dell’organo (un Vox Continental e successivamente un Gibson G101). Questo gli permetteva di gestire la linea di basso con la mano sinistra e l’organo con la destra. In questo modo l’organo fu sempre suonato su ottave alte, dando alla melodia quel suono deciso e tagliente che gli ha reso tanta fortuna.” Video: una delle ultime esibizioni della band

 

Nella foto di Michela Bonvicini: la postazione vintage “in stile Manzarek” degli Indian Sunset utilizzata da Morgan durante il concerto.

 

postazione doors

  [media url=”http://www.youtube.com/watch?v=l_xJpmYWb4M”]

, , , , , , , , , , , , , , , , , ,

No comments yet.

Leave a Reply