“Chi è troppo secchione rischia di essere antipatico. Ci vuole l’imperfezione, solo Dio è impeccabile”. Questo breve aforisma, in buona misura condivisibile, campeggia, nero su fondo bianco, sulla quarta di copertina – ma è ripetuto anche in esergo – del volume che Federico Scoppio, giornalista, scrittore, autore, regista radiofonico, patito di musica, dedica a Marco Castoldi, in arte Morgan, e forse è la migliore, unica e necessaria sintesi di quello che, con una locuzione forse un po’ abusata, si potrebbe definire “il Morgan-pensiero”. Scoppio ripercorre, con un corredo variopinto di belle foto, la storia artistica e personale di Morgan, che appare talvolta un po’ saccente, ma chissà che non sia una difesa, e sciupone di sé, ispirando però anche istintiva stima e simpatia, consegnando al lettore un testo in cui c’è tutto: l’evoluzione, gli alti, i bassi, gli inizi e i progetti, Sanremo e X Factor, gli scandali o presunti tali, Asia Argento e gli altri amori, compresi quelli musicali, quei riferimenti che ne hanno costruito la cultura che è alla base della sua espressione artistica, le liti, veementi, e le rappacificazioni, le discese ardite e le risalite, per citare Lucio Battisti, che ha cresciuto col suo canto generazioni di appassionati delle sette note, e in un certo qual modo continua ancora oggi a farlo. In definitiva, un ritratto colorato e sentito, una foto in movimento, un’idea in divenire. fuorilemura.com
"Crede nella musica. Nel rock 'n' roll e in quella classica. Crede nei buoni libri, nei grandi poeti. Crede nelle persone e si comporta come un fuorilegge della musica italiana. Artista fuori dalle mode, fuori dagli schemi, conosciuto al grande pubblico per aver fondato i Bluvertigo e per essere il giudice più vincente di X Factor. Gentiluomo dalle parole indovinate, le citazioni colte, uomo libero e passionale, Morgan è uno dei migliori prodotti della musica italiana degli ultimi vent'anni. Ma non per tutti. Per alcuni troppo disordinato e lunatico, per altri un genio, per altri ancora un grande truffatore. Intenso, comico, lirico e rockeggiante in ogni uscita, ha riempito le pagine dei nostri giornali per la sua musica, forse ancor di più per le sue tormentate storie d'amore, le passioni e i vizi - anche quelli illegali - che lo hanno portato ad essere, spesso frettolosamente, giudicato. Misterioso quanto basta, sicuramente maledetto al punto giusto, Morgan ha delle qualità ineluttabili. Le ultime notizie sul suo conto parlano di una fugace reunion con i Bluvertigo, aprile 2014, a distanza di 14 anni dall'ultimo concerto insieme. E solo un'occasione, nessun ritorno di fiamma. Si tratta di un live dedicato a Thomas Balsamini, mitico fondatore del Velvet, un club di culto che ne ha visti passare di musicisti e artisti, che è scomparso a giugno scorso. E poi, poi a inizio aprile ha debuttato a Napoli lo spettacolo teatrale 'Arancia Meccanica', con la regia di Gabriele Russo..." (Dall'introduzione)
Federico Scoppio (autore anche di biografie di Miles Davis, Mika, J-Ax: iornalista, scrittore e regista radiofonico (MusicalBox attualmente in onda su Radio2), ha pubblicato una biografia su Miles Davis per Editori Riuniti nel 2004.
Di lui dicono molte cose. Ma questa è la sua versione. L’autobiografia di una delle popstar italiane più famose
L’autobiografia di un uomo complesso e consapevole, un artista che ha dedicato l’intera esistenza alla musica, e l’ha condivisa con generosità attraverso lo spettacolo. Un libro per raccontare le storie e le verità di una delle popstar italiane piú significative degli ultimi vent’anni. «Io non vivo infatti, io volo. Sono sempre in alta quota, leggero, costantemente in orbita, lanciato anche a piombo talvolta, è la sensazione che ho, quella di non avere i piedi per terra, ma sono ricompensato da una buona dose di senso pratico in quello che faccio. Il mio non avere i piedi per terra non è l’avere la testa fra le nuvole, tutt’altro. Sono concreto, pratico, forse cervellotico ma pratico, e se ci penso sono anche un romantico idealista».
A cura di Roberta Castoldi.
INTRODUZIONE A “1000 CONCERTI CHE CI HANNO CAMBIATO LA VITA” (2010)
Autore: Ezio Guaitamacchi
Editore: RIZZOLI
Collana: ILLUSTRATI
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Breve contributo in
TUTTO QUESTO FUTURO
STORIE DI MUSICA, PAROLE E IMMAGINI (2011)
Autore: Renato Tortarolo, Ivano Fossati
Editore: Rizzoli
Collana: Di tutto di più
Ivano Fossati si racconta in un libro con parole e immagini e, prendendo spunto dai suoi album e dalle sue canzoni e parlando di sé, descrive un pezzo dell'Italia di ieri e di oggi. Il libro contiene molti scatti fotografici che immortalano momenti della sua e della nostra storia non solo musicale. Nel libro inoltre si trovano testimonianze di amici e colleghi che lo hanno accompagnato in questo pezzo di vita, da Fiorella Mannoia a Marti Jane Robertson, dal regista Antonello Grimaldi a Neri Marcoré, da Beppe Quirici a Morgan, dalla manager Adele di Palma a Mercedes Martini, compagna di vita.
Morgan in particolare racconta il suo primo incontro nel 2009 con Fossati, che doveva intervistare per Match Music di cui Marco Castoldi era direttore artistico; in quell'occasione Morgan gli si approcciò umilmente, ritenendo che Fossati non lo conoscesse; Ivano Fossati invece gli dimostrò grande stima artistica anche durante il successivo concerto, quando richiamò l'attenzione del suo pubblico sulla presenza in platea di "un grande musicista che stimo". Da allora il loro rapporto umano e artistico si strinse, Fossati, schivo e notoriamente parco di partecipazioni televisive, accettò per amicizia e senza condizioni di partecipare a X Factor, poi i due si ritrovarono più volte privatamente e anche sul palco del Festival Gaber 2009. Infine, Morgan ricorda come Fossati, in occasione della famigerata intervista su "Max" del febbraio 2010 e il conseguente battage mediatico, senza avvisarlo, con slancio generoso scrisse una lettera a tutti i giornali in cui ne difendeva l'arte e l'umanità.
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POSTFAZIONE di
L'ULTIMO DEI MARZIANI.
DAVID BOWIE RACCONTATO DAL POPROCK ITALIANO (2012)
Autore: Leo Mansueto
Editore: CaratteriMobili (collana Formiche elettriche)
È stato l’uomo caduto sulla Terra, l’icona glam Ziggy Polvere di Stelle, l’etereo Duca Bianco; e poi, dopo aver attraversato indenne e mutante gli anni Ottanta e Novanta, si è trasformato nel Grande Assente. Ma cosa ha significato sino ad oggi David Bowie per la musica e la cultura italiane? E di tutte le sue personae sonore e visive, quali si sono più a fondo innestate nelle nostre memorie? A rispondere – con riflessioni, ricordi, provocazioni, aneddoti e invenzioni letterarie – sono 25 nomi fra i più diversi, per età e background, del nostro panorama poprock. Ne scaturisce un’inedita e multiforme fuga di voci che accompagna e scandisce, contrappuntandoli con toni italici, i capitoli di una biografia aggiornata alle più recenti vicende della parabola bowiana, comprese quelle successive al dramma che lo colse, nell’estate del 2004, sul palco del Reality Tour.
Introdotto da una divagazione berlinese dello scrittore Nicola Lagioia e da una dichiarazione d’amore di Pierpaolo Capovilla de Il Teatro degli Orrori, chiuso dalle parole di Morgan, L’ultimo dei marziani è un tributo alla straordinaria trasversalità estetica, geografica, generazionale e di genere della più glamourosa popstar mai espressa dall’impero britannico.
Morgan nella postfazione scrive: "David Bowie è un iceberg. Di lui non conosciamo che la punta, la materia affiorante, una parte minima di quello che effettivamente è il suo genio. Dal punto di vista musicale non credo che esista un creatore di analogie, un alchimista altrettanto estroso e bizzarro. È straordinario il numero e la varietà di elementi che Bowie è capace di infilare in una canzone."
Con interventi di Manuel Agnelli, Andy, LeLe Battista, Paolo Benvegnù, Pierpaolo Capovilla, Giulio Casale, Ivan Cattaneo,Tommaso Cerasuolo, Andrea Chimenti, Federico Fiumani, Dino Fumaretto, Garbo, Cristiano Godano, Francesco Messina, Enrico Molteni, Morgan, NicoNote,Alessandro Raina, Mara Redeghieri, Enrico Ruggeri, Umberto Palazzo, Marco Parente, The Niro,Tricarico,Massimo Zamboni.
Acquistalo su: IBS, Feltrinelli, o inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
INTERVISTA A MORGAN (di Davide Speranza, 1997) in
ESTATICA. LE INTERVISTE VOL.1 (e-book)
e-book che raccoglie le conversazioni che il magazine ha avuto dal 1995 al 2009 con alcune delle band protagoniste della scena musicale italiana. Tra queste: Alberto Camerini, Modena City Ramblers, Bluvertigo, Gang, Pankow, Stefano Sani, Massimo Bubola, Max Manfredi, Necrodeath e moltissimi altri.
Prima edizione eBook: 14 giugno 2013
Ultima revisione eBook: 21 giugno 2013
L'intervista a Morgan (pubblicata inizialmente su una fanzine)
E-book scaricabile gratuitamente dal sito estatica.itQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">
LIBRI IN ATTESA DI PUBBLICAZIONE
LA CANZONE PERFETTA. LE DIECI CANZONI DEL SECOLO (con DVD)

"In questo libro cercherò di definire la canzone perfetta. In che senso? Non mi occuperò di canzoni eticamente buone, ma buone da un punto di vista formale. Non farò teoria della canzone, mi dedicherò alla sua forma. Vorrei arrivare a qualcosa che assomigli al DNA della canzone, quindi mi muoverò attorno alla sua microstruttura. Lascerò da parte il ritornello, la strofa e cose simili, perché non voglio ripetere cose che sono state già dette. Indagherò dentro, e non fuori, per arrivare all’atomo della canzone, alla parte che genera il tutto, al frattale, all’infinitamente piccolo. Come in una grande metonimia penso di scoprire che il ritornello, la strofa, il bridge, hanno microstrutture che corrispondono alla macrostruttura della canzone – la prima, la seconda, la terza parte del brano e così via.
Non è detto che si riesca a fare. Anzi molto probabilmente non si farà. Quello che importa però è seguire un metodo. E il metodo sarà questo: partiamo da una canzone qualsiasi e vediamo quali sono le prime cose che ci saltano all’occhio. O all’orecchio? La metafora visiva non mi dispiace. Vorrei parlare della canzone come forma, quindi, fondamentalmente, delle figure della musica. Non dell’altezza delle note. Quella è fisica e non mi interessa. Vorrei invece studiare la geometria della canzone in modo da poterla disegnare. Disegnarla a mia figlia sulla sabbia e dirle: vedi? Questa qua è una canzone.
Comincio a parlare di Luigi Tenco e Piero Ciampi. Perché faccio questo accostamento? È un po’ a sentimento, perché entrambi sono dei sentimentali e soprattutto perché morti. Prematuramente, e la cosa non è trascurabile. Certo sono morti in modo completamente diverso: Tenco si è suicidato e l’altro, come dire, è morto per cause esterne, non per propria volontà. Ciampi era completamente ebbro, Tenco era totalmente lucido. Ma questa lucidità lo ha portato al suicidio, mentre Ciampi ha scelto una specie di lenta morte. In ogni caso, a parte il fatto che sono dei decadenti, io li associo musicalmente e poeticamente.
Tenco era di Cassine in Piemonte, Ciampi di Livorno. Ciampi è rimasto lì tutta la vita, mentre Tenco frequentava Milano. Si vedeva, e suonava con Gianfranco Riverberi, Paolo Tomelleri, Enzo Jannacci, Nando De Luca. Insieme avevano un gruppo, I Cavalieri, l’anno era il 1959. Nessuno di loro aveva mai fatto dischi. Nei locali poteva capitare che con loro cantasse Adriano Celentano. Alla chitarra ci trovavi Giorgio Gaber. Tenco era il sassofonista, Jannacci stava al piano, Riverberi allo xilofono. Nessuno di loro aveva mai fatto il musicista di professione, non avevano mai registrato niente. Erano praticamente una band «perfetta».
Ma tornando a Ciampi e a Tenco, loro sono alla base di tutta la canzone che piacerà alla generazione successiva, quella di De Andrè, De Gregori, Dalla, Venditti. Ma anche Fossati, Finardi, Battiato. Ciampi e Tenco, contemporanei di Umberto Bindi, Gino Paoli, Sergio Endrigo e Bruno Lauzi, stanno alla base della scrittura della canzone italiana. Nei prossimi capitoli troveremo anche spazio per le canzoni inglesi, ma in questo momento non sono così attratto dall’estero. In Italia, durante l’epoca di cui parliamo, c’era tanta bellezza e io credo che ci serva studiarne le canzoni per poterle conoscere a fondo e magari scriverne altre nuove. Parlo per me: m’interessa la musica italiana perché non voglio scrivere in inglese copiando i Portishead; voglio scrivere la musica che faceva Tenco."
(CULTURA POP #2)
D'IO
Sull'onda dell'entusiasmo per la settima edizione di X Factor, e in coincidenza con l'uscita del nuovo album, Morgan mette la propria vita nero su bianco, ricomponendo in prima persona la storia dei suoi successi e delle sue cadute.

a cura di John Vignola
Editore: Arcana
John Vignola, caposervizio della rivista Il Mucchio Selvaggio, coadiuvato da Alessandro Besselva Averame, Carlo Bordone, Luca Castelli e Damir Ivic, redattori e collaboratori di diverse testate musicali nazionali, introducono il lettore dietro il sipario o, meglio, nel backstage dei principali avvenimenti sonoriaccaduti nel decennio 1994-2004.
Ognuno dei quattro capitoli (Dall’underground all’overground, Vite da single, Nuove geografie, Sentieri indipendenti) in cui il libro è suddiviso, raccontano con parole chiare, dirette, precise, facendo nomi e cognomi, storie e aneddoti in cui il panorama rock made in Italy si sia trovato, volente o nolente, invischiato nel periodo di riferimento.
Il passaggio, a volte turbolento a volte no, dalle etichette cosiddette indipendenti alle malviste major, le conseguenti accuse di tradimento, la nascita, l’evoluzione e la morte del movimento hip hop, lo scontro all’interno dei centri sociali con il fenomeno posse, l’affermazione di band storiche come Afterhours, Marlene Kuntz, Subsonica, Bluvertigo, i tentativi di chi invece ha voluto fare da solo, le grandi rotture, chi ce l’ha fatta e chi no. Insomma, tanti spunti, tanti rimandi, tanto materiale per cercare di capire come nasce e come si è sviluppata la musica che (ci) gira intorno. (...)