Federico Scoppio, giornalista, scrittore, autore, regista radiofonico ed evidentemente persona assai poliedrica, ama la musica, e ha dedicato due recenti volumi editi da Gargoyle ad altrettanti protagonisti del panorama italiano delle sette note, Morgan e J-Ax.
Perché Morgan e J-Ax?
Perché hanno qualcosa da raccontare. Entrambi sono sempre stati trattati dai media soprattutto per i loro vizi, le loro stranezze. Invece Morgan e J-Ax sono due personaggi che musicalmente hanno cose da raccontare, hanno capacità, creatività. Entrambi sono stati protagonisti di piccole rivoluzioni musicali, sicuramente Morgan più con i Bluvertigo che nella carriera solista. Hanno carisma. Questo credo sia l’aspetto principale dei due. Poi J-Ax che piange in tv e si commuove è davvero una meraviglia. (...)
Quali sono stati gli argomenti più interessanti di conversazione?
Appunto, mi piace dire che quando i due parlano di musica e di aspetti musicali ne sanno molto.(...) Morgan conosce il secolo passato, musicalmente parlando, alla perfezione.
Che ruolo ha l’immagine nella musica contemporanea?
Purtroppo, è tutto. Per questo mi hanno colpito i due: oltre l’immagine, che innegabilmente è forte e funziona, c’è uno spessore artistico non indifferente. (...)
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Informazioni sul volume "Morgan" di Federico Scoppio
Lettera43, 26.9.2013
Si chiama Alessandro Grimaldini, in arte Morgan Ics. Nella sesta edizione di X Factor fu inserito a sorpresa nella rosa dei 12 e chiuse secondo, alle spalle di Chiara Galiazzo. Per gli osservatori, però, fu lui la vera rivelazione del talent show (...)
D. Torniamo a X Factor. In che rapporti è con Morgan?
R. Avere rapporti con lui non è facile perché lui non lo è. Ma non si dimentica delle persone: magari non ci sentiamo per due mesi e poi mi chiama alle quattro di notte invitandomi a partecipare a un suo concerto, come è successo poco tempo fa a Verona.
D. Come lo descriverebbe in una parola?
R. Una sola è impossibile. Citando un pezzo dei suoi Bluvertigo, lo definirei «fuori dal tempo».
Intervista di Ernesto Assante al Medimex, Bari 8.12.2013
Estratti (fonte: video dell'intervista)
Sicuramente la storia con Marco, Morgan, è iniziata già strana: lui non mi voleva, non era del tutto pro-Mengoni, poi io sono entrato e non so perché si è instaurato un rapporto un po’ di amore-odio. Però il bello del percorso che ho fatto dentro X Factor è stato proprio trovare una persona con la quale mi potevo confrontare e che ne sapeva veramente "a pacchi" di musica (...). Essere in questa situazione con una persona come hai detto tu (Assante ndr) sicuramente molto particolare, mi è servito molto perché discutevamo, molte volte animatamente, degli arrangiamenti e della scelta dei pezzi, era bello perché comunque era parlare di musica, era parlare di arrangiamenti, di un testo, di una canzone, di come affrontare una parola o una frase o la linea di basso di questo pezzo, di come riarrangiarlo: era una scuola, tanto io davo a lui quanto lui dava a me, per me è stato uno scambio fondamentale (...). Mi sono sentito molte volte solo perché lui attaccava e attaccava e io ero molto giovane, 19 anni: non ero consapevole dell’importanza dell’attacco, che era un modo per farmi apparire più agnellino, più indifeso; era un po’ una strategia quella di smontarmi per poi spingermi a dare molto di più sul palco. Non so se cambiando giudice il mio percorso sarebbe stato diverso o meno, questo non lo posso sapere però di sicuro il percorso fatto mi è piaciuto!
«C’è stato un momento di "capocciata", perché non capivo le sue scelte, ma poi siamo andati oltre e…sono arrivato qui».
«Esattamente: è stato il momento più difficile, ero molto titubante all’idea di un brano diJimi Hendrix. Era la serata in cui presentavo il mio inedito e d’istinto avrei preferito che tutta l’attenzione puntasse a quello, avrei preferito un brano più semplice, piuttosto di già sentito. Invece Morgan, per fortuna, ha voluto osare con un atmosfera più rock, anche se alla fine il risultato non era rock, ma la mia versione di Little Wing».